Basta polemiche viva lo sport

Veramente deludenti le non risposte e relative minacce di querele del sig. Tortoioli.

Questi atteggiamenti di sicuro non aiutano a risollevare l'immagine dell'AVIS.

Io spero che se si presenterà l'occasione, il mio presidente di società, dovesse esserci un controllo antidoping non "consigli" nessuno dei suoi tesserati di non effettuare controlli...

Marco T. continua a minacciare querele. Il suo presidente continua a rimanere in silenzio. Io sono stato tempstato di telefonate di "sostegno", in cui, peraltro, mi hanno pure detto che su facebook un illustre Campione dell'avis abbia detto cose molto simili alle mie. Quello che dovevo dire l'ho detto, per me la questione finisce qui, potete pure cotninuare a parlare del pacco gara e dei costi di iscrizione, ma questa storia è così eclatante che primeggia ancora sulla home page nazionale del Coni.

Caro Deluso le mie "non risposte" su certi temi sollevati sono dovute all'ignoranza! Si hai capito bene all'ignoranza poiché io non ero presente nella saletta antidoping e credo nemmeno tu ne tantomeno l'avv. Rossi o chiunque altro  legga o scriva su questo forum. Le chiacchiere da bar e le ricostruzioni fantomatiche lasciamole stare perché queste si che sono veramente ridicole! Come affermato da Marco Novelli sul rifiuto del controllo antidoping sul sangue c'è in corso un indagine della procura che accerterà l'accaduto dopodiché se vorrai ne riparleremo. Termino chiarendo che le mie "minacce di querele" sono rivolte a coloro che hanno sostenuto, sostengono o sosterranno o vogliono tra le righe far passare il concetto che io o altri membri del Consiglio Direttivo dell'AVIS fossimo a conoscenza di quanto di illecito il ns. tesserato stesse facendo e  che non solo lo avremmo coperto ma addirittura tratto vantaggio da tutto ciò! Questo non posso permetterlo a nessuno e credo che chiunque al ns. posto agirebbe in tal senso.
Un saluto a tutti,
Marco Tortoioli

Per adesso ci sono più dati a supporto delle malelingue, delle voci da bar e degli invidiosi:coni.it/it/attivit%C3%A0-istituzionali/antidoping/20382-antidoping-il-tna-sospende-in-via-cautelare-giuseppe-baldelli-fidal-,-sinfisi-fci-,-alberto-di-pasquale-e-antonino-rubino-csain.html

Non credo serva incolpare per l'accaduto nessuna terza persona, non credo che nessuno gli imponesse di utilizzare nulla, e se anche qualcuno per assurdo gli avesse consigliato qualcosa non stiamo parlando ne di un ragazzino, ne di un professionista pagato ad un decimo di secondo dal record del mondo, ne stiamo parlando di una pomata al cortisone. Non giustifico assolutamente il doping in nessun campo, ma posso minimamente capirlo a livelli non amatoriali.
E' comunque una tristezza pensare di andare una domenica a divertirsi dopo una settimana passata tra lavoro, problemi vari ed allenamenti quotidiani, incontrare una persona che ti saluta come fosse un amico d'infanzia e poi sapere che in fondo per mesi e mesi ti ha truffato con il sorrisetto, perchè in fondo truffava tutti, non che mi importi dei premi in se, ma io sono uno di quelli che spesso ha perso podi dietro di lui ed un pochino mi rode dato che veder gratificata la fatica di tutti i giorni è piacevole.
Mi auguro tanto anche se non ne sono certo che sia un caso isolato, come mi auguro che dopo questo caso non finiscano i controlli, ne basterebbe qualcuno ogni tanto.

Come atleta era consapevole di ciò che faceva, quindi indifendibile, e pagherà le conseguenze delle sue scelte. Come uomo è stato un debole e mi dispiace per lui.

Marco Fiorucci

In merito al doloroso caso in oggetto, doloroso per tutti, concordo con gli amici che fanno appello al senso della responsabilità individuale. Non possiamo sempre aspettarci che qualcun altro sopperisca ai nostri sbagli. L'atleta sta già pagando un prezzo altissimo per le sue scelte insensate  e non credo serva a molto prendersela pure con i dirigenti della sua squadra amatoriale. Non facciamoci del male inutilmente.

                                                                                                          Annibale Barca

dopo quanto accaduto pero due parole di scusa da parte della societa avis che ci voleva a farle  d'altronde è sempre un suo atleta che sbagliando  indirettamente  a sporcato pure il buon nome della sua societa

Sapete quali sono i lati tristi di questa storia?
Inutile tornare sull'argomento del singolo, oramai molti dubbi sono stati chiariti, già in altra gara  di triathlon alcune prestazioni impossibili hanno trovato un "perchè" , ora anche questo.
Sul discorso di chi siano le colpe la cosa è chiara, nessuno ha puntato una pistola alla tempia di Baldelli e quindi le colpe sono solo ed esclusivamente sue. Quello che è "triste" e che secondo me non va trascurato è tutto quello che ha accompagnato anni di prestazioni "dubbie", anni in cui chi ha osato sollevare anche solo un piccolo dubbio è stato deriso, additato come invidioso (vedi la Sig. Guarnieri e soci) , minacciato di querele ecc.... Ora il cerchio si è (quasi) chiuso, non immaginate cosa è costato tutto questo , non è frutto del caso perchè le verità bisogna anche cercarsela e non aspettare che caschi dal cielo ! Quello che mi ha dato rabbia in questa storia è stata la miriade di persone che hanno sempre spalleggiato Baldelli, con atteggiamenti appunto di scherno e minaccia verso i suoi detrattori, che hanno sempre attaccato a spada tratta  gli "accusatori" anche con toni forti e adesso??? Adesso la maggior parte SPARITI, alcuni addirittura adesso si riempono la bocca con il  "l'avevo detto  " o "l'avevo sospettato", altri invece adesso parlano di "rispetto della persona", poi ci sono ancora quelli che lo difendono (vi farei leggere l'intervento di un genio su un forum di "amici suoi" che addirittura dice che dimostrerà sua innocenza !!!). Ora, mi chiedo, ma queste persone il rispetto per gli altri lo hanno avuto quando di fronte a EVIDENTI PRESTAZIONI IMPOSSIBILI hanno sempre coperto di ridicolo chi le evidenziava ?
Se andatevi poi a rileggervi il topic vecchio su questo forum troverete l'intervento del Baldelli stesso che minacciava querele, stesso comportamento riproposto svariate volte in altre sedi. Ora mi chiedo, come sempre bisogna calarsi le braghe davanti a chi ci ha tirato badilate di mXXXa in faccia fino a ieri fregandosene della persona, prendendo per i fondelli tutti e imbrogliando? Mi dispiace , sono uno sportivo ma ho sempre predicato ai ragazzi che alleno ONESTA' e ho sempre cercato (nel mio piccolo) di combattere contro i disonesti e credo che solo L' ISOLAMENTO sia la pena giusta, certe persone non dovrebbero più indossare un pettorale ne avviciniarsi a qualsiasi campo sportivo ecc, sono solo un pericolo per chi lo sport lo vive in maniera sana.

In tutta questa vicenda sorprende il prima e il dopo del comportamento della sua società podistica, con un atteggiamento discutibile sia prima ed anche adesso. Lo stesso dicasi della sua società di triathlon.

Caro Fabrizio di cosa dovremmo scusarci visto che siamo stati noi i primi ad essere danneggiati? Abbiamo fortemente condannato l'accaduto in questa ed in altre sedi ribadendo come da sempre l'AVIS Perugia si batta per uno sport pulito ripudiando qualsivoglia atteggiamento illecito volto a migliorare le performance agonistiche. Dal 1992 cerchiamo di promuovere la diffusione della pratica sportiva basandoci su valori morali di onestà e correttezza e non permetteremo a nessuno di infangare gratuitamente l'immagine della società per il rispetto dovuto a tutti i tesserati dell'AVIS e a quanti hanno creduto e credono in questa società.

Buone corse a tutti,
Marco Tortoioli

1) Spero si indaghi su chi gli forniva le medicine e sul medico che lo seguiva, quel mix di roba pesante non credo se lo fosse inventato da solo...
2) Aveva un certificato medico sportivo immagino, ma chi glielo faceva?

Doparsi per gareggiare è logicamente sbagliato,oltretutto farlo per ottenere 1.17 sulla mezza e 2.52 in maratona,devi essere proprio sfigato.
Solo un ignorante poteva pensare che i suoi miglioramenti erano dovuti al suo sacrificio e talento nascosto.
Nel triathlon poi,a nuoto non partiva,nascondendosi oppure tagliando,in bici con tutto quel mix di droghe logicamente otteneva buone medie,a correre usciva la sua mediocrità.
Molti lo hanno spalleggiato e difeso anche per interessi personali,finchè gli ha fatto comodo lo hanno usato.
Per chiudere una osservazione sul coni,lo hanno premiato pure,nonostante le voci che giravano da parecchio tempo,ora lo crocifiggeranno,però personalmente sono da condannare moralmente,in quanto colpiscono quando e chi vogliono,se facessero seriamente i controlli,a livello professionistico sopratutto,citando la frase di un famoso film,ne resterà soltanto uno.
E' tempo di sputtanare tutti,atleti dopati,coni,favoreggiatori e opportunisti.

Vorrei anche se mi auguro che non sia così ( perchè allora si che la situazione sarebbe veramente grave per l'Atleta e non dal punto di vista sportivo)   che la posività riscontrata potesse avere una giustificazione, l'unica che solleverebbe l'Atleta dall'accusa di doping.
Mi spiego: presa visione del comunicato del CONI in merito a questa vicenda, la prima curiosità che mi sono voluto togliere è capire di che prodotti si trattasse: tutti farmaci per la cura di gravi patologie, che in molto casi dopo molti tribolamenti per chi ne è colpito, conducono  finanche alla morte.
Come scritto in avvio, non me lo auguro, però allora tutto avrebbe una logica: prendeva quei prodotti perchè farmaci e perchè malato e solo la sua sbadataggine nell'omettere di comunicare alla Federazioni di appartenenza o al Coni la loro assunzione ne ha poi comportato una formale positività al controllo antidoping,  così  sarebbe giustificato; non altrimenti. 
Ci sono malati che costretti ad assumere quei "maledetti" farmaci per avere una speranza di vita, per condurre una vita "normale",  pagherebbero per farne un pacchetto e buttarli nel sacchetto dell'immondizia e così facendo si metterebbero alle spalle la loro triste vicenda di vita; provo un'amarezza, che si origina  dal profondo delle visceri e ti sale fin su alla testa,  nel riscontrare, ahime, ogni qualvolta viene annunciato un caso di positività,  che un "altro viscido", l'ennesimo,  per il proprio ego, puro vanesio, da dimostrazione di quello che effettivamente è: un egoista e un DISADATTATO SOCIALE.
Ad un altra quarantenne, oramai, ii principi dell'etica sportiva non li insegnerai mai più, così che squalificarlo o radiarlo fa poca differenza; l'indifferenza degli altri atleti che lo accoglierebbero comunque del gruppo sarebbe già di per se una punizione; ma questi disadattati devono essere recuperati dal punto di vista sociale; deve essere fatto capire loro a cosa servono effettivamente quei farmaci e mai più giusta redenzione sarebbe se non quella di assegnarli ad un reparto di degenza per malati oncologici; di ematologia ; dove si vedono persone, anche giovani, piccolini da non dire e le loro famiglie soffrire da non dire.......beh, se così fosse, forse....capirà quello che è stato il suo errore. (NB.ovviamente non auguro a nessuno, men che meno all'atleta in questione di dover far uso di queste sostanze per motivi di salute).

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Accuse shock da Ferrara
il Coni dietro al doping Il pm: "Con Conconi un'organizzazione criminale"

dal nostro inviato EUGENIO CAPODACQUA

FERRARA - Un rapporto creato e voluto "per dare l'avvio, in ambito istituzionale, a pratiche di doping sportivo". Fra le pesantissime accuse che suggellano il documento con cui il pm Pierguido Soprani chiede l'archiviazione per i massimi dirigenti del Coni, chiamati in causa nella vicenda dei rapporti con il Centro biomedico di ricerche applicate allo sport del professor Conconi, a Ferrara, c'è anche questa: aver fatto doping di stato.
Dopo le accuse (associazione a delinquere, la più grave) a Conconi e ai suoi più stretti collaboratori, l'archiviazione per i dirigenti del Coni. Ma è un'archiviazione che brucia e suona a condanna.
Gli ex presidenti del Coni Pescante, Carraro e Gattai, e il dirigente Carabelli se la cavano perchè i reati, pure accertati e gravissimi, sono caduti in prescrizione. Ma l'accusa non ammette repliche: i responsabili del Coni: "sono stati gli artefici di questa organizzazione criminale", tesa al doping sportivo. "La buonafede di chi approvò le delibere (delle convenzioni, n.d.r.) ... non può essere ragionevolmente accreditata". Quella degli ex presidenti e del dirigente del Foro Italico è "un'illecita associazione costituita".
Il doping non è solo quello ematico. Nel programma scientifico allegato al protocollo di collaborazione tra il Comitato Olimpico e l' Università di Ferrara (di fatto Conconi) per l' 83 si parla di uno studio "sugli effetti dell' assunzione di steroidi anabolizzanti in atleti che già assumono il farmaco". Dice Soprani nella richiesta di archiviazione: "Conconi non poteva ignorare che l' atleta è da considerarsi persona fisicamente sana e l' assunzione di steroidi anabolizzanti poteva arrecare danni irreversibili al fisico". Per il pm, ci sono molti casi in cui dietro l'alibi della ricerca scientifica si celavano pratiche doping. Come nello studio sulla variazione dei livelli di testosterone prima e dopo le gare di durata. Una ricerca compiuta su 9 mezzofondisti, 7 marciatori, 18 maratoneti di livello nazionale, dopo aver somministrato loro testosterone prima e dopo i lavori. L'archiviazione è per decorrenza dei termini per i reati fra l'81 e l'89, per il resto del periodo (la convenzione del Coni scade nel '96) nasce da complesse motivazioni giuridiche. Il pm Soprani ha individuato due fasi nei rapporti fra il massimo ente sportivo e le strutture di Ferrara facenti capo a Conconi. Una prima, definita dell'emodoping, durate la quale - questa la tesi dell'accusa - fu fatta autoemotrasfusione su molti atleti di vertice, anche dopo l'85 quando fu espressamente vietata (Soprani cita fra gli altri l'esempio dello sciatore di fondo Barco); una seconda dell' epo-doping, il doping, cioè, da eritropoietina, l'ormone che favorisce l'aumento dei globuli rossi del sangue incrementando notevolmente le prestazioni. Non c'è continuità - secondo Soprani - fra le due tipologie di reato e questo porta all' archiviazione: "sebbene ciò nulla tolga al disvalore sia sociale che penale delle condotte accertate".
Le conclusioni sono agghiaccianti: "I vertici del Coni che stipularono la convenzione non solo erano perfettamente al corrente di ciò, ma hanno consapevolmente deciso che, a fronte di probabili danni, il beneficio dato dall' ottenimento dei risultati agonistici sarebbe stato maggiore e più conveniente per il Coni. Per circa un decennio, nel corso degli anni ' 80, possono dirsi integrati tutti gli elementi di quel pactum sceleris che e' il requisito di fondo del reato di associazione per delinquere".
Dal Capogruppo di An al consiglio Regionale dell'Emilia-Romagna arrivano intanto le prime richieste di dimissioni per Conconi. Sulla stessa linea il prof. Salvatore Sechi, titolare della cattedra di storia contemporanea dell' Università. "O si dimette autonomamente o spetta al ministro Zecchino e ad Amato indurlo a mettersi da parte, in attesa dell' esito del processo".
Da New York arriva l'invito a non abbassare la guardia in tema di doping dal ministro Melandri, che aveva difeso recentemente il Coni nella vicenda legata al gH degli olimpionici di Sydney e al siluramento della commissione scientifica del Coni. E ora si viene a sapere che quella del siluramento era un'operazione premeditata, al Coni. Dice il senatore verde Cortiana, annunciando un sit-in antidoping davanti a Montecitorio: "Di ritorno da Sydney, mi ha chiamato Petrucci e mi ha detto: ora che siamo tornati più forti con le medaglie a questi qui (la commissione scientifica, n.d.r.) li facciamo fuori".

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Chi è Conconi lo sappiamo bene.... che fosse dietro a praticamente tutti i trionfi sportivi italiani negli anni 80 ce lo ricordiamo.... Seguiva tutti i vari "eroi nazionali" dell'epoca: Tomba, Moser, Maria Canins, Manuela Di Centa ecc. come pure non è mai stata smentita la voce di una sua "visitina di cortesia" nel ritiro dell'Italia a Vigo tra il primo e il secondo turno dell'Italia dell'82..... ma senza andare a scomodare lo sport professionistico, i cui protaginisti sono appunto "professionisti" e, pur dovendoli biasimare, se non altro fanno della loro attività (e dei conseguenti rischi...) una professione molto ben remunerata, la cosa veramente SCONCERTANTE è che ci siano dei medici che non solo non mettono al corrente i propri "pazienti" su certe pratiche, ma addirittura li incoraggiano ad assumere farmaci che possono avere conseguenze PESANTISSIME sulla propria salute.... Non ultimo segnalo che la diffusione sul mercato ILLECITO a fini sportivi di farmaci molto complessi che dovrebbero servire a curare malattie molto gravi porta inevitabilmente a far lievitare di prezzo questi farmaci, che dunque per le più normali e spietate leggi di mercato arrivano a prezzi vertiginosi per coloro che sono costretti a comprarli per curare sè stessi o i propri cari da malattie gravissime, e non certo per arrivare ai premi di categoria della 7 km di Sant'Enea..... 

Dov'è che voglio arrivare? Al fatto che non è che uno va in farmacia a comprare A-N-A-S-T-R-A-Z-O-L-O perché ne ha letto su internet il potenziale effetto dopante.... evidentemente ci va PERCHE' QUALCHE MEDICO GLI HA FATTO LA RICETTA! Allora quello che mi auguro è che qualche magistrato si svegli (tra l'altro ce ne sono un paio a Perugia che praticano il podismo....), chiami il diretto interessato e lo convinca a rivelare  il nome di quello o quei medici DELINQUENTI che gli hanno prescritto farmaci che dovrebbero servire a tutt'altro.... Perché se è vero che Giuseppe può avere sbagliato, e allora in quel caso meriterebbe una squalifica come da regolamento, questo o quei medici HANNO COMMESSO REATI E ALLORA DEVONO ANDARE IN GALERA ED ESSERE RADIATI DALL'ALBO....

Ho ripreso a correre diciamo "da vecchio " perchè pensavo che almeno a livello amatoriale l'atletica fosse pulita. Ma come sempre perchè ormai ho imparato che il mondo è infetto e le persone senza un minimo di intelligenza e senza scrupoli te li ritrovi dovunque. Si arriva a scambiare l'odore della merda per un profumo di chanel. Mi consola solo una cosa leggere  argomenti di Orioli o del signor Rossi che almeno ti fa capire che c'è ancora gente che ha idee difendibili e chiare. Ma leggendo altri interventi di gente dirigenziale che si arrampicano sugli specchi solo per dirti che questo merdume ha un altro colore e è leggermente sbiadito, loro che ci vivevano in mezzo non ne sentivano la puzza ti convince ad abbandonare le gare e di correre da solo quando ne hai voglia. Mi associo ad al mio amico e rispettato Orioli   Anche per me questo è il mio ultimo argomento su forum. Ciao a tutti D'Amico giovanni

Per ulteriore chiarezza:
- Baldelli ha rifiutato le controanalisi ed è stato convocato in procura antidoping per il 9 Maggio
- i prodotti che gli hanno trovato difficilmente li giustifichi con malattie, a meno che riesca a convincere tutti che ha un tumore al seno (uno dei componenti è usato appunto per tumore al seno nelle donne, nello sport invece per diminuire la massa grassa che il testosterone produce)
- riguardo al Coni all'indomani dell'uscita della notizia della sua premiazioni ho segnalato tutta la "storia" al Presidente del Coni regionale umbro che ha "scaricato" tutto sulla persona che lo ha segnalato per il premio, il Sig. Jovine che conosceva perfettamente tutta la faccenda (e anni di polemiche) e ha ritenuto lo stesso Baldelli meritevole di premio per risultati a livello internazionale.
 E qui viene il bello...
I risultati di cui sopra sono INESISTENTI perchè in occasione di quelle due famose gare (Las Vegas e Singapore) lo stesso Baldelli era stato SQUALIFICATO per anomalia del tempo a nuoto (split più veloce del campione del mondo ex nuotatore a livello MONDIALE) e mancato passaggio ad una spunta in bici (il capo dei giudici della WTC ha affermato che è stato l'unico di 2000 concorrenti a non essere passato alla spunta). Quindi in base  a cosa è stato premiato? Sarebbe interessante un approfondimento anche su questo aspetto e direi che è ora di farlo.

Come ho già scritto, non è bello infierire su chi si reso protagonista di comportamenti insensati. Così come dovremmo evitare di buttare, come si suol dire, il bambino con l'acqua sporca, attribuendo responsabilità a destra e a manca, solo sulla base di impressioni personali o sul sentito dire. Tuttavia, per onestà occorre dirlo, il quadro complessivo che sta emergendo da questa lunga questione è molto inquietante. Non riesco a comprendere come le cose possano essere andate avanti in un "certo" modo per così tanti anni. Abramo Lincoln una volta disse: "si può ingannare qualcuno per tutto il tempo, molti per un po' di tempo, ma non si possono ingannare tutti per tutto il tempo."

                                                                   Annibale Barca

A chi auspicava controlli antidoping più frequenti, si dice (e quando si dice c'è sempre un po' di verità) che in una gara successiva a quella del 6 aprile un controllo sia stato fatto ad ateti umbri in una gara disputata fuori regione

Alle parole di uno o dell'altro si può credere o meno: presidente e segretari che ovviamente dichiarano che ne erano all'oscuro o internettauti (ma anche tanti reali podisti al PV) che da sempre hanno avuto dubbi su certe prestazioni.

Il dubbio si può togliere con un bel test volontario antidoping.

gli internauti sono reali, sono quelli che per migliorarsi di 5 secondi al km ci mettono mesi....e quando vedi qualcuno che in 2 mesi migliora di 20-30 secondi non sei invidioso, sei realistà!!!

Scusatemi ma evidentemente io sono un pò tardo, ma non capisco cosa avrebbe dovuto fare la società Atletica Avis Perugia in maniera "UFFICIALE" prima dell'esplosione di questa vicenda.
1) Prendere le distanze dall'atleta con un comunicato in cui si sospetta che faccia uso di sostanze dopanti ?
2) Espellere l'atleta dalla società ?
3) Richiedere lei stessa all'atleta di fornire prove a sua discolpa da accuse informali ?
4) Fare all'atleta un prelievo di nascosto?   

Potrei farmi altre mille domande....ma non vedo come una società di Atletica AMATORIALE avrebbe potuto agire diversamente da quanto fatto.

Dopo l'evento e dopo l'evidenza ha poi giustamente fornito un comunicato esponendo la propria posizione che mi sembra di totale condanna nei confronti dell'accaduto ma che dimostra sensibiltà nei confronti dell'UOMO.
Credo anche personalmente che sia fuori luogo richiedere a Pompei e al consiglio direttivo dell'Avis di scusarsi con qualcuno (di cosa? con chi?) essendo, secondo mio parere, lesa lei stessa da questa vicenda.

Sono invece convinto che ferma condanna vada attribuita oltre che all'atleta, in maniera esponenzialmente  maggiore,  al medico/medici che lo hanno accompagnato in questa scriteriata vicenda: da chi gli ha fornito questa robaccia a chi gli ha rilasciato il certificato.

Resta comunque un senso di tristezza infinito......io che mi sono avvicinato a questa meravigliosa attività da poco mai mi sarei immaginato che per
guadagnarsi un capocollo la domenica c'è qualcuno disposto a mettere a repentaglio la propria vita.

Stefano Panicale.